Incremento delle pensioni minime nel 2025: la reale cifra dell’aumento

La notizia era nell’aria da diverso tempo, ma ora è ufficiale. L’Inps ha pubblicato le tabelle su quella che è la rivalutazione delle pensioni per il 2025. I passaggi, da parte dell’istituto di credito previdenziale, sono terminati. Per cui, si va incontro ad un adeguamento delle pensioni e delle prestazioni assistenziali.

Sono di fatto dei piccoli aumenti, anche per via del fatto, che nella nota ufficiale, sempre l’Inps ha spiegato che no sono previsti dei conguagli per l’anno precedente. Ma per l’anno in corso, la percentuale di variazione è stata determina al pari di +0,8% dal primo giorno di Gennaio 2025.

Insomma, questo sta a significare, che si andrà incontro ad un cambiamento della pensione, per lo meno per alcuni cittadini, che rispondono a determinati canoni. E’ il caso di scoprire qualche cosa di più, per cui entriamo nel dettaglio, per approfondire il discorso e avere la risposta che stiamo cercando.

Aumento delle pensioni minime: cosa succede?

Ci concentriamo sulle pensioni inferiori o pari al trattamento minimo. Quello che per intenderci, è fissato a 603,4 euro, un effetto che deriva dall’aumento del +0,8% dall’1 Gennaio del 2025. Da qui si stabilisce un incremento del +2,2%, che è pari a 13,27 euro. Insomma, una cifra che porta ad un assegno di 616,67 euro.

A beneficiare, cosi come ha comunicato l’Inps, saranno le pensioni pari o inferiori di tre o quattro volte il trattamento minimo. Chi è anche in una situazione peggiore, riuscirà a recuperare il 90% dell’inflazione, per cui lo 0,72%. Mentre, le pensioni che hanno un importo superiore a cinque volte il trattamento,

potranno recuperare il 75% relativo all’aumento dei prezzi, per cui lo 0,60%. Insomma, davvero un passo in avanti che non è da poco, e che permetterà a moltissime persone di potere tirare un vero sospiro di sollievo. Specialmente in un momento storico e economico difficile, come quello che si sta vivendo.

Su cosa viene applicato l’incremento

Trattamento mensile in pagamento: ovvero quello che viene stabilito sulla base della normativa che adesso è in vigore. Ovvero, quella che è in vigore, prima della legge 197/2022. Poi, anche, per potere ottenere questo incremento, non si rilevano i redditi ottenuti a soggetto. Altra cosa da sapere e ricordarsi sempre.

Nel caso di pensione integrata: al trattamento minimo, l’incremento viene calcolato facendo riferimento all’importo integrato, al trattamento minimo stesso. Poi, se invece ci parla di pensioni che non sono integrate, che hanno un importo pari o inferiore al trattamento minimo Inps, l’incremento viene calcolato sull’importo lordo in pagamento. Altro dettaglio da non dimenticare.

Per le pensioni in convenzione internazionale, l’incremento invece è calcolato in base all’importo complessivo lordo, che viene sempre messo in pagamento. Per cui, si tratta di una pro-rata italiana. Delle differenze, che senza dubbio un esperto del settore è sempre in grado di potere spiegare ancora meglio, riuscendo cosi a non incorrere in nessun errore.

L’età per la pensione di vecchiaia

Anche su questo discorso, l’Inps ha deciso di intervenire, anche per sedare le polemiche degli ultimi mesi. L’istituto ha confermato che l’età giusta per accedere alla pensione di vecchiaia, per il 2025, è pari a 67 anni. E da questo dettaglio si deve sempre prendere spunto, per non avere nessun dubbio.

Infine, per quello che concerne il conguaglio fiscale, sempre l’Inps ha ricordato che le differenze a debito saranno recuperate, cosi come succede sempre, nelle rate di pensione tra Gennaio e Febbraio del 2025. Poi, per i pensionati con importo complessivo dei trattamenti pensionistici, che arrivano fino a 18 mila euro,

sarà anche applicata una reteizzazione di legge, che può arrivare anche fino a Novembre 2025. Per intenderci, le somme che sono soggette a conguaglio vengono sempre certificate, ai fini fiscali in quella che poi sarà la certificazione unica del 2025. Per fare sempre le cose con una certa regola e senza nessun intoppo.

Per finire

Infine, l’Inps ha anche pubblicato il calendario delle pensioni per tutto l’intero anno del 2025. Per i mesi di Febbraio e di Marzo, ci sta una piccola differenza volta dalle Poste, per cui arriva il primo del mese e poi la Banca, in cui arriva, invece il giorno tre del mese.

Ad ogni modo, le date saranno: 1 Aprile, 2 Maggio, 3 Giugno, 1 Luglio, 1 Agosto, 1 Settembre, 1 Ottobre, 3 Novembre e 1 Dicembre. I mesi in cui, slitta al giorno 3 è relativo alla presenza dei giorni rossi, per cui della presenza di feste comandate. Per il resto, tutto è invariato.

Lascia un commento