Abbiamo l’abitudine a considerare importanti in materia di numismatica solo ed esclusivamente monete e banconote, includendo per una questione di comodità anche le medaglie. Ma spesso dimentichiamo che, come era consuetudine anche nel nostro Paese, esistevano anche i gettoni telefonici, piccoli dischetti di metallo usati per effettuati le chiamate presso le cabine telefoniche.
Ormai non sono più usate da tantissimo tempo, perché il loro utilizzo era stato poi progressivamente sostituito dalle schede telefoniche, anche queste diventate dei pregiatissimi oggetti da collezione. Ma quello che davvero fa grande la storia del gettone telefonico gira intorno alla loro valutazione che in alcuni casi oggi arriva a cifre impensabili.
Considera che esiste un gettone che può essere venduto, o acquistato, alla per niente modica cifra di 28mila euro! Insomma, se ci pensi è qualcosa che nemmeno possiamo considerare così scontata, ma nemmeno da scartare totalmente considerando che si tratta in alcuni casi, come questo, di oggetti di un certo peso.
Pezzi da collezione e pezzi di storia
Ma tutto ciò che collezioniamo oggi, a cui tendiamo a dare un valore incredibilmente potente dal punto di vista collezionistico, è sempre destinato a essere considerato un punto di partenza per quello che riguarda ovviamente il peso storico che questi oggetti hanno avuto e hanno assunto oggi giorno. Tutto è contenuto lì dentro.
Del resto, se ci pensi davvero, tutto comincia quasi un secolo fa, quando fu adottato il sistema del gettone telefonico per consentire l’uso delle cabine telefoniche pubbliche. Prodotti, che in genere, non erano visti di secondo piano, anche perché sancivano un cambiamento di approccio con il sistema comunicativo. Alla luce di ciò, è chiaro che si andò evidenziando una cosa davvero molto interessante.
Questi gettoni divennero indispensabili. Tanto che, sebbene non venivano più considerati alla stregua di quello che avevano rappresentato fino a metà del Novecento, rimasero utilizzabili fino al 2001, quando il loro contributo si esaurì avendo questi tuttavia un collegamento indissolubile con la Lira; questo oggi li fa diventare davvero rari e ricercati dal punto di vista collezionistico.
I primi gettoni!
Abbiamo detto che il primo gettone fu emesso nel 1927, quasi un secolo fa. Si trattò a quel tempo di un’enorme conquista, sintomo di un’evoluzione che ovviamente guardava al futuro spingendo l’interesse crescente verso l’evoluzione della tecnologia e dell’innovazione. Alcuni modelli oggi sono estremamente rari e quelli prodotti in primi anni sono molto rari e preziosi.
Il primo gettone in assoluto è frutto dell’interesse manifestato da STIPEL, acronimo con cui si indicava la Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda. Questo pezzo oggi considerato raro e ricco di preziosità era stato realizzato in bronzo o alpacca, e presentava proprio la scritta STIPEL con l’indicazione anche dell’anno di emissione.
Oggi, un gettone telefonico di quell’anno con queste caratteristiche arriva ad avere un valore superiore agli 85 euro, che significa dare un peso importante, che sancisce ovviamente quanto siano pezzi di grande impatto e che oggi si fanno davvero tanto ammirare quanto desiderare dai collezionisti che amano raccogliere pezzi rari e portarli nelle loro collezioni.
Altri gettoni rari
Ma ovviamente oltre questo caso, che fa riferimento al primo gettone telefonico che in assoluto, tra tutti gli altri presenti, fu coniato e messo in circolazione con la funzione di poter telefonare dai telefoni pubblici presenti lungo le strade delle varie città italiane, ce ne sono numerosi altri che hanno altrettanti valori importanti.
Un altro gettone che può davvero fare la differenza dal punto di vista del valore numismatico è il gettone TIMO del 1928. Oggi questo gettone vale fino a 200 euro, e fu prodotto dalla TIMO di Bologna, presentando una doppia scanalatura su un lato. Inoltre del 1932 è il gettone TELVE, che arriva in alcuni casi anche 250 euro, presentando un design particolare e nessun numero inciso.
Non dimentico di menzionarti anche il gettone TETI del 1935, quello che ha un valore di 200 euro e che è stato prodotto da questa azienda che prende il nome di TETI appunto. Considerato uno dei più rari tra i collezionisti, potrebbe raggiungere cifre allucinanti, ma pur sempre non oltre quelli che sono fin qui menzionati.
Ma esiste un gettone da 28.000 euro?
Potrebbe. Perché, anche se non esiste un vero e proprio importo che raggiunge una cifra importante, è altrettanto importante individuare un elemento indispensabile: che se il gettone è in buone condizioni e presenta anche delle particolarità tali per cui si possa considerare raro e prezioso, allora una vendita all’asta potrebbe portare a un tale cifra.
Del resto, non mancano le occasioni per cui questa cifra potrebbe essere associata a un normalissimo gettone telefonico, che nella sua rarità e magari nella sua particolarità incarna tutti i valori possibilmente e potenzialmente associati a un gettone che nel tempo potrebbe essere considerato così tanto prezioso e con una cifra così alta.