Il 27 gennaio questa banconota è stata dismessa: è ancora valida per i pagamenti?

Una banconota che entra in dismissione vuol dire che non ha più validità nella maggior parte dei casi, ma è ancora più chiaro che la cosa non diventi effettivamente così a livello legale nell’immediato e senza dare la possibilità ancora a quanti hanno banconote ormai non più valide di sbarazzarsene. Di solito si tratta di qualche mese di tempo, per cui non ci sono rischi di incorrere in intoppi di questo tipo.

Mandare tuttavia in dismissione una banconota significa che o appartiene a una valuta non più attiva, come per esempio le banconote appartenute alla Lira, o si tratta di una serie sulla quale si è notato un particolare errore o un disagio particolare, o semplicemente c’è stato un minore interesse da parte degli utilizzatori, ma questo accade soprattutto con le banconote dagli importi molto alti.

Non si tratta di scelte che vengono prese dall’oggi al domani, ma piuttosto di decisioni prese con la testa di chi vuole intanto ridurre i costi di stampa e vuole anche ridurre la possibilità di contraffazione, che sono sempre all’ordine del giorno e spesso non sono nemmeno così facilmente controllabili da parte dello Stato. Vediamo allora di capirne qualcosa di più.

Quali sono le conseguenze ( e i benefici! )

Nella stragrande maggioranza dei casi, è chiaro che ci sia un interesse crescente nei confronti delle banconote, visto anche il crescere dell’interesse nei confronti della numismatica, la branca del sapere che si occupa proprio di studiare monete, medaglie e banconote in corso di attività ma soprattutto che non sono più attive legalmente.

Le conseguenze di una banconota dismessa è che ovviamente non ha più valore nominale, ma acquisisce un valore collezionistico, ma questo vale soprattutto per un numero limitato di banconote, ovvero per quelle che sono rare e presentano dei dettagli che le rendono uniche. Ciò significa che il loro valore nominale potrebbe essere ampiamente superato.

Cosa diversa è legata ai vantaggi. Perché se si tratta di una valuta nazionale che lascia spazio a un’altra, com’è accaduto nel 2001 tra Lira ed Euro è chiaro che il vantaggio è di tipo comunitario, ma non economico per la Nazione, che risente della differenza abbondante tra la validità della Lira e quella dell’Euro. Mentre, se c’è un ritiro di una banconota che non viene più usata, allora si parla di una riduzione di consumi e di stampa.

Ecco quali banconote non sono più attive

Tra le banconote non più valide ma che risultano appartenenti a valute ancora attive ed efficienti, c’è sicuramente quella da 500 euro, che da parecchi anni ormai non viene più stampati per una questione di impraticabilità. Infatti, si tratta di un taglio che difficilmente finisce nelle mani delle persone e quindi non sempre entra in circolazione.

Ma ancora più importante è il fatto che abbia raggiunto l’obbiettivo per cui era stata introdotta. Al momento dell’inizio dell’avventura con la nuova moneta comunitaria, in Europa c’erano situazione fiscali ed economiche tra le più disparate tra i vari Paesi Membri. Questo fece partire la decisione di inserire degli importi in eccesso, sia alti che bassi, con l’intento di tutelare nei pagamenti tutti, fino a quando non ci fosse stata omologazione.

Ciò significa, che dopo aver trascorso quasi 25 anni di attività, l’Euro è riuscita a stabilire un equilibrio più o meno stabile e appunto equilibrato tra i Paesi Membri registrando la mancata necessità ormai di dover usare centesimi piccolissimi, come quelli da 1 e 2 cents, e banconote di così alto importo come appunto si registra quella da 500 euro.

Cosa succede quindi?

Lentamente quindi queste banconote vengono ridotte dalla stampa, fino a quando arriva il momento di interromperla, e poi si arriva alla conclusione che non è più necessario considerarle valide e per un paio di mesi si dà l’opportunità di smaltire quello che resta, se ne resta ovviamente, dentro casa o nei cassetti.

Le banconote sono del resto un elemento importante nella vita di tutti i giorni ed è importante che debbano essere considerate utili e non necessarie, e da tutti utilizzabili. E chiaramente se banconote di questo valore non sono così tanto frequentemente soggette ad essere trattate non c’è alcun motivo che restino attive e in circolazione.

Meglio quindi ridurne la produzione, toglierle e farle diventare oggetto da collezione, ricercate e magari anche maggiormente utilizzabili in sede di aste o di vendite pubbliche o private, tra gli interessati e i collezionisti più incalliti che così possono sancire l’importanza di queste o di quelle banconote da 500 euro. Con la stessa semplicità con cui sono state inserite nella nostra quotidianità.

Cosa succederà in futuro?

Sicuramente questa la sorte che toccherà ad altre banconote, esattamente come accaduto a quelle da 500 euro. Altre banconote come queste che rincorrono lo stesso destino sono quelle da 200 euro, che per lo stesso motivo, ovvero per mancato utilizzo e mancata circolazione, non sono più così tanto richieste e per questo motivo potrebbe essere necessario ridurne la produzione, fino a totale dismissione.

E’ bene ricordare anche che purtroppo questa sorte è molto comune tra le banconote, e che spesso c’è anche la tendenza di ritirare dalla circolazione tutte quelle che sono particolarmente usurate e anche illeggibili. Addirittura tra le banconote dell’euro già si contano due serie appartenenti alla nuova tipologia di banconote in circolazione.

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