Pensa a quante banconote sono passate tra le tue mani e quante, tra queste, erano banconote destinate a non valere più nulla, che hanno cambiato nel giro di poco tempo il loro autentico e potenziale valore nominale. Saranno sicuramente tantissime. E questo in un certo senso va a caricare di grande interesse le stesse banconote che ad un certo punto finiscono per non avere più alcun valore reale.
Stacca, quasi in automatico, la gara a chi se le aggiudica prima, specie se si tratta di banconote di un certo prestigio, che siano state ad esempio fortemente limitate nella produzione o addirittura risentano molto della possibile presenza di fattori particolari, come i cosiddetti errori di conio. Una cosa è certa: queste banconote non possono essere più usate e dalla valutazione del loro valore nominale si passa a quella del loro valore numismatico.
Una situazione del genere, noi in Italia, l’abbiamo vissuta quando nel 2002 ha fatto la sua comparsa l’euro, dichiarando ormai vecchia e pensionabile la moneta italiana, ovvero la Lira, dopo un’attività durata oltre un secolo e mezzo. Le banconote della Lire hanno quindi perso di valore nominale, non venendo più pensate, e quindi usate ai fini legali. Vediamo allora qual è il rapporto con queste banconote.
Le banconote e il loro fragile fascino
Questo è un dettaglio che sicuramente non va trascurato. Pensa un po’ che le banconote hanno una richiesta a livello numismatico decisamente inferiore rispetto alle monete, e questo a causa del materiale con cui vengono realizzate, una carta cotonata sicuramente resistente al continuo passaggio di mano in mano, ma comunque sempre troppo soggetta a strappi e possibili deterioramenti.
Una banconota insomma si può strappare con più facilità e se ne può compromettere in questo senso anche l’integrità, perché è potenzialmente ammesso che la banconota si distrugga e non valga più niente. Se ad esempio si strappa parte della zona, dove è riportato il numero seriale, che potrebbe essere anche un numero seriale speciale, con numeri palindromi o di una particolare caratteristica, la banconota perderebbe il suo fascino.
E il fatto stesso che la banconota perda parti o presenti troppi segni di usura e di utilizzo, costringe le Banche Centrali al ritiro delle stesse per essere sostituite da altre banconote più nuove e decisamente più affidabili. Questo è un altro aspetto che ovviamente si deve tenere debitamente in considerazione quando si tratta di valutare queste banconote.
Ma una banconota può essere ritirata anche per altri motivi
E anche questo è assolutamente vero. Considera sempre che ci sono banconote che, vuoi per l’inflazione, vuoi perché non tutti riescono sempre ad averla tra le mani, vengono presto ritirate. E’ il caso delle banconote da 500 euro. In questo caso, la banconota ha un valore incredibile a livello collezionistico, ma non solo perché il suo potenziale nominale.
Intanto, quando all’inizio dell’entrata in vigore dell’euro è entrata in circolazione, l’idea è stata quella di andare incontro alle esigenze di tutti, potendo contare su una banconota che avesse un valore nominale così alto e quindi non facilmente maneggiabile da tutti, ma pur sempre una banconota che potesse dare una mano con la nuova valuta. A lungo andare però ci si è accorti che non era così indispensabile.
Ed esattamente come è accaduto con monete come quelle da 1 e 2 centesimi, la banconota da 500 euro ha lentamente raggiunto la sua fine: si è passati, infatti, da una riduzione drastica della stampa fino alla totale dismissione e oggi queste banconote non ci sono più e, se persistono, restano pochi pezzi che piano piano finiranno per perdere la loro funzione legale.
Banconote che attraggono i collezionisti
Il motivo per cui i collezionisti sono incredibilmente attratti da queste banconote ormai disuso e senza valore legale è facilmente deducibile, o comunque lo può essere per quanti capiscono qualcosa di numismatica. Quando, infatti, una moneta o una banconota perdono la loro potenziale funzionalità, vengono ritirate lentamente dalle banche centrali. Ciò significa che si avvertirà un lento diminuire della loro presenza in circolazione.
A questo punto, se qualche collezionista si ritrova sott’occhio qualche banconota di queste, che presenta tra le altre cose anche qualche caratteristica allettante, le cose si fanno ancora più interessanti, perché cresce il valore collezionistico e i numismatici più incalliti sono disposti a qualunque cifra davvero pur di portarsene a casa un pezzo raro e prezioso.
Ma attenzione, perché in questi casi è assolutamente indispensabile che queste banconote siano in perfette condizioni o quasi. Se infatti cominciano a presentare strappi, segni di penna o macchie di qualunque altro tipo allora possono perdere il loro valore iniziale e impennare decisamente verso il basso. Se sai di possedere una banconota ormai in disuso legalmente e che potrebbe valere o che sai valga una certa cifra, allora ti conviene preservarla nel tempo.
Informati: è la via più semplice
Una cosa è certa: la numismatica è una branca del sapere in continua evoluzione, non ci si ferma mai, c’è sempre da imparare. Ciò significa che se vuoi sapere sempre come rapportarti a questo mondo, devi necessariamente tenerti informato, studiando e dettagliando con minuzia tutte le notizie di cui viene a conoscenza. E‘ indispensabile per far sì che non si resti indietro e non si venga truffati, specie quando si hanno banconote come quelle trattate finora.
In Italia, tra banconote appartenute alla Lira e alcune dell’Euro abbiamo l’imbarazzo della scelta. Ma restano anche quelle legate alle altre valute che non perdono valore, ma ne acquistano decisamente e si tratta pur sempre di un valore aggiunto, oltre che di una enorme possibilità di arricchimento delle collezioni di banconote, che, lo ribadiamo, è pur sempre faticosa da portare a termine senza intoppi considerando la delicatezza del loro materiale, suscettibile al tempo.